Il Madagascar, per via della collocazione geografica, è stato oggetto di incroci di popolazioni di origine diversa, lungo il trascorrere dei secoli.
Partendo dai flussi di popolazioni africane ed indonesiane, unite alla probabile presenza di mercanti arabi, si arriva al 10 agosto 1500, quando Diogo Dias (finito fuori rotta a causa del maltempo) giunse sull’isola, chiamandola Isola di San Lorenzo. Da quel momento portoghesi, olandesi, inglesi e francesi tentarono di insediarsi per sfruttarne la posizione di vantaggio. Tuttavia, a causa delle condizioni ostili determinate da malattie, intemperie e scontri con le popolazioni locali, tali tentativi fallirono. Gli unici che riuscirono a porvi delle basi furono i pirati, che assaltavano le navi lungo le rotte dalle Indie all’Europa.
Iniziando i rapporti con le popolazioni europee in corrispondenza dei primi rapporti commerciali, si crearono e rafforzarono sull’isola i primi regni: il regno dei Sakalava a ovest, quello degli Zana-Malata sulla costa orientale (i cui membri erano discendenti meticci degli indigeni e dei pirati), ed il regno dei Merina sull'altopiano centrale, con il loro re Andrianampoinimerina (1787-1819).
Il successore di quest’ultimo, Radama I, nel 1820 riuscì a siglare un trattato con gli Inglesi, che riconobbero l'indipendenza del Madagascar, sfruttando il loro momento espansivo nell’Oceano Indiano in seguito alla sconfitta di Napoleone.
Come conseguenza dell’accordo, riuscì ad ottenere denari ed armi grazie ai quali espanse ulteriormente i territori dei Merina fino ad unificare i territori dell’isola (tranne alcune zone a sud e parte dell'ovest).
In questo periodo iniziarono ad arrivare missionari cristiani cattolici e protestanti e si realizzarono alcune riforme di modernizzazione, come l’abolizione del commercio di schiavi.
Alla morte di Radama I, gli succedette la moglie Ranavalona I, che sterminò i parenti ed eliminò molte delle riforme per abbandonare la via della modernizzazione e tornare alle tradizioni tribali.
Il figlio di Ranavalona I, Radama II, tentò di porre termine al regime di terrore della madre, ma il tentativo fallì e dovette aspettare la sua morte nel 1861. Cercò quindi di ripristinare le riforme del padre, ma l’aristocrazia malgascia si schierò contro di lui fino al punto di farlo strangolare.
A partire da questo momento assunse il comando il primo ministro Rainilaiarivony sposo prima di Rasoherina (1863-68), poi di Ranavalona II (1868-83) ed infine di Ravanalona III.
Durante questo periodo vennero ripristinate le riforme modernizzatrici, arrivarono nuovi missionari cattolici e protestanti ed acquisirono terreno i francesi. In base ad accordi di spartizione dell’Africa, gli inglesi si ritirarono ed i francesi riuscirono a conquistare l’intero Madagascar dichiarandolo protettorato francese nel 1890.
I tentativi di ribellione furono soffocati dallo sbarco di truppe francesi nel 1895.
I francesi eliminarono ogni segno di influenza inglese, imponendo il francese come lingua ufficiale, imponendo pesanti tributi ed espropriando terreni per impiantare piantagioni di caffè ad uso di compagnie private.
Durante la prima e seconda guerra mondiale, il Madagascar fu coinvolto fornendo truppe all’esercito francese.
Durante la seconda guerra mondiale, il Madagascar passò sotto il controllo del governo filo-tedesco di Vichy, ma fu poi conquistato dagli inglesi nel 1942 per evitare che potesse essere conquistato dai giapponesi. Dopo la guerra fu restituito alla Francia.
In seguito alla fine della seconda guerra mondiale, grazie anche alla formazione occidentale delle nuove generazioni ed all’esperienza di combattimento in guerra, sorsero movimenti malgasci indipendentisti. La rivolta del 1947 vide un numero enorme di morti: tra 40.000 e 80.000, a seconda delle fonti.
Lo stato di assedio proseguì fino al 1956, anno in cui in Francia venne approvata una legge per rivedere il rapporto con le colonie, nelle quali dovevano essere eletti governi locali tramite suffragio universale.
Una volta tornato al governo De Gaulle, nel 1958 il popolo malgascio votò per l’indipendenza ed il 26 giugno 1960 divenne ufficialmente una repubblica indipendente; Philibert Tsiranana fu il primo presidente.
Questi proseguì con una rigida politica repressiva filo-occidentale, che fece crescere il malcontento che determinò la nascita di proteste di piazza, culminate nella sua caduta nel 1972. Fu sostituito dal generale Gabriel Ramanantsoa che iniziò una politica di avvicinamento all’URSS, rompendo i legami con la Francia.
La situazione economica peggiorava e si inasprirono i rapporti tra militari e società civile, fino ad arrivare al colpo di stato del 14 giugno 1975 quando Didier Ratsiraka venne nominato presidente del Consiglio supremo della rivoluzione. Nazionalizzò le banche e questo determinò la decisione definitiva dei francesi di ritirarsi, portandosi via le ultime fonti di investimenti.
Il sistema scolastico perse i connotati più moderni di occidentalizzazione, la libertà di stampa venne limitata, l’opposizione venne sempre più osteggiata fino ad essere dichiarata illegale: il Madagascar proseguì nel suo isolamento e nel peggioramento delle condizioni economiche.
Ratsikara adottò come credo politico la "Carta Della Rivoluzione Socialista"ed istituì una nuova costituzione che comprendeva una riforma amministrativa ed agraria basata sulle comunità tradizionali (dette fokonolona) e la riorganizzò la politica estera che prevedeva di non allinearsi con l'occidente.
Il paese venne rinominato "Repubblica Democratica Del Madagascar" e venne proclamata la "Seconda Repubblica".
La situazione peggiorò sempre più, fino alle proteste del 1991 quando l’esercito sparò sui manifestanti uccidendone 30. In seguito alle pressioni, venne istituito un governo di transizione ed una nuova costituzione fu approvata nel 1992.
Alle elezioni del 1993 vinse il Comitato delle forze vive (CFV, espressione delle forze di opposizione), il cui esponente Albert Zafy fu dichiarato presidente.
Nel 1996 il presidente subì l’impeachment e l’anno seguente perse le elezioni contro Ratsiraka che tornò presidente.
Nel 1998 la costituzione fu modificata per dare ancora più poteri al presidente.
Nelle elezioni del 2001 il presidente fu sfidato dal capo dell’opposizione, Marc Ravalomanana sindaco di Antananarivo. Entrambi i canditati reclamarono la vittoria e nel Febbraio 2002 Mark Ravalomanana si proclamò nuovo presidente stabilendosi nella capitale. Ratsiraka, dopo un nuovo conteggio dei voti della corte costituzionale e dopo alcuni scontri, il 5 luglio 2002 abbandonò il paese.
A questo punto Ravalomanana intraprese una serie di grandi progetti di riforma e una battaglia contro la corruzione.
Tuttavia, nel 2009 ci fu un nuovo colpo di stato che portò Andry Rajoelina, appoggiato dall’esercito, a proclamarsi presidente della repubblica. Questi non ricevette l’appoggio della comunità internazionale a causa della presa di potere con la forza.
La sua azione di governo fu caratterizzata dai connotati di un regime.
Alle elezioni presidenziali del 20 dicembre 2013 vinse Hery Rajaonarimampianina; il suo mandato iniziò il 25 gennaio 2014 ed è durato fino al gennaio del 2019, quando le nuove elezioni hanno riportato Andry Rajoelina come presidente.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_Madagascar
https://dizionaripiu.zanichelli.it/storiadigitale/p/percorso/299/storia-del-madagascar
http://www.madagasikara.it/storia.htm
https://www.wildmadagascar.org/it/kids/05-history.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Madagascar
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